Era il 27 dicembre, e la casa di Babbo Natale era avvolta da un silenzio rilassante. Dopo giorni frenetici di lavoro, il laboratorio era finalmente vuoto. Gli elfi si godevano un meritato riposo, ma uno di loro, Olaf, era rimasto indietro per aiutare Babbo Natale a sistemare gli ultimi dettagli.
Olaf era un elfo diverso dagli altri: massiccio, con una barba folta che gli scendeva sul petto, e occhi verdi che brillavano come il muschio invernale. Anche Babbo Natale, ormai senza la sua veste ufficiale, si sentiva finalmente libero. Con la camicia sbottonata e il petto peloso che faceva capolino, si aggirava per il laboratorio con un bicchiere di idromele in mano.

Olaf stava sistemando alcune scatole quando Babbo Natale entrò nella stanza. “Hai fatto un ottimo lavoro quest’anno, Olaf,” disse con un sorriso caloroso. “Senza di te, non ce l’avremmo mai fatta.”
Olaf si voltò, il volto arrossato dal complimento. “Grazie, Signore. È stato un onore lavorare al suo fianco.”
Babbo Natale si avvicinò lentamente, poggiando una mano pesante e rassicurante sulla spalla di Olaf. “Devi smetterla di chiamarmi ‘Signore’ quando siamo soli. Chiamami Kris.”
Olaf sorrise timidamente, ma il calore della mano di Babbo Natale sulla sua spalla gli fece fremere il cuore. “Va bene… Kris.”
L’atmosfera nella stanza cambiò. Il silenzio si fece più denso, rotto solo dal crepitio del camino nella stanza accanto. Babbo Natale fissò Olaf con un’intensità nuova, e per un istante i due rimasero immobili, come sospesi nel tempo.
“Kris,” mormorò Olaf, avvicinandosi di un passo. “C’è qualcosa che vorrei dirti…”
Babbo Natale sorrise e sollevò il bicchiere di idromele. “Dimmi tutto, caro amico.”
Olaf prese un respiro profondo. “Non è solo per il lavoro che rimango sempre fino alla fine… È perché voglio starti vicino. Voglio conoscerti… davvero.“
Babbo Natale posò il bicchiere, gli occhi che brillavano di una luce calda e complice. “Olaf, mi lusinga sentirti dire queste cose. E devo ammettere…” Fece un passo avanti, riducendo la distanza tra loro. “Anch’io ho pensato spesso a te.”
Le loro mani si sfiorarono, e poi, senza bisogno di altre parole, si avvicinarono l’uno all’altro. Le barbe si intrecciarono mentre le labbra si incontravano in un bacio profondo e appassionato, colmo di tutti i sentimenti trattenuti per mesi.
Le loro labbra si separarono solo per un istante, abbastanza per prendere fiato. Olaf guardò Babbo Natale negli occhi, il suo cuore che batteva forte. “Non pensavo… che provassi lo stesso,” sussurrò, la voce un po’ tremante ma carica di desiderio.
Babbo Natale sorrise con dolcezza, passandogli una mano sulla guancia ruvida. “Caro Olaf, hai dedicato così tanto a me e al nostro lavoro. Non potevo non notarti… il tuo impegno, la tua forza, il tuo cuore. Sei speciale.”
Le parole scaldarono Olaf più del fuoco nel camino. Spinto da un coraggio che non sapeva di avere, avvolse le braccia attorno alla figura robusta di Babbo Natale, sentendo sotto le mani la solidità del suo corpo, i segni di una vita dedicata alla generosità e all’amore.
“Kris…” Olaf mormorò ancora, abbassando la testa per sfiorare con un bacio il collo dell’uomo più grande. Kris, a sua volta, emise un sospiro basso e gutturale, lasciandosi andare a quelle attenzioni.
“Vieni,” disse Babbo Natale con voce profonda, prendendo Olaf per mano. Lo condusse verso il grande divano di pelle accanto al camino. Le fiamme danzavano, illuminando i loro volti e creando un’atmosfera calda e intima.
Sedendosi, Babbo Natale attirò Olaf su di sé, lasciando che i loro corpi si avvicinassero ancora di più. Olaf poggiò le mani sulle larghe spalle del suo capo, esplorando ogni curva e rilievo con movimenti lenti e intenzionali.
“Non sai da quanto aspettavo questo momento,” confessò Babbo Natale, la sua voce grave e sincera.
“Non sono mai stato così felice,” rispose Olaf, lasciando che le loro barbe si intrecciassero di nuovo, questa volta in un bacio più lungo, più profondo.
Le mani di Kris percorsero il dorso possente di Olaf, tracciando il profilo del suo corpo con una lentezza che sembrava un dono in sé. Non c’era fretta, solo il desiderio di vivere quell’istante fino in fondo, di lasciarsi trasportare dalla magia del momento.
Il tempo sembrava fermarsi, con il calore del camino e il suono delle loro risate basse e compiaciute che riempivano la stanza. Quella notte, due anime che avevano condiviso il peso del Natale trovarono finalmente il tempo per celebrare se stesse e ciò che le legava.
immagini: Google immagini