Il dildo di Natale

La vigilia di Natale si stava avvicinando, noi elfi di una nota catena di distribuzione e di e-commerce eravamo impegnati a scorrazzare lungo i corridoi di questi scaffali alti e interminabili.

Nel mio pad era appena arrivata una nuova richiesta, ed il timer era appena partito, dovevo cercare un “giocattolo” per soddisfare i bisogni primitivi ed essenziali di ogni uomo: un bel dildo verde sottobosco con annesse palle a forma di palline natalizie, il trionfo del trash unito al piacere, è proprio il caso di dire due piccioni con una fava no?

Accingendomi quindi allo scaffale con le mie  scarpe da ginnastica (con annessi campanellini posti nella punta) intrapresi la ricerca di questo articolo. Rovistando rovistando ed accingendomi verso nella porzione più distante dal corridoio principale iniziai a sentire dei rumori, incuriosito mi chiesi quale oggetto facente parte di questo paradiso producesse tali melodie, mi accorsi però che non era un oggetto a produrle ma bensì un uomo, e devo dire che uomo!

Era il mio collega Gianluca, un giovane orsetto sempre contento di ricercare articoli alimentari e a quanto vedevo, anche sessuali. Il porcello infatti si stava divertendo con un bellissimo masturbatore automatizzato, si era infatti abbassato i pantaloni ed alzato leggermente la maglietta (che mostrava una leggera pancia bella pelosa) intento a farsi succhiare il pisello dalla macchinetta. Le espressioni che faceva mentre la macchinetta erano contornate da una bellissima e folta barba nera e da una testa leggermente pelata. Ero ammaliato dalla maestria con cui stava armeggiando con quel ciuccia-cazzi automatico, se lo dimenava come se stesse cavalcando un bel culetto, questa visione rese porcellino anche me e non potei che masturbarmi di nascosto.

Ammaliato sempre più, desideravo ricevere quella bellissima asta grossa e venosa nel mio buchino, mi avvicinai quindi di soppiatto con i pantaloni abbassati e gli sussurrai: “Vedo che stiamo lavorando bene qui eh?”. Un infarto quasi colpì il povero Gianluca, ma non potevo resistere nel fargli prendere un bello spavento, inoltre non potevo lasciar perdere l’occasione  di prendere nel culo quel bellissimo cazzo.

Diventato il terrore fatto persona, Gianluca si girò verso di me e si tranquillizzò alla visione del mio pene bello arzillo per via della scena porno-ursina a cui stava assistendo.

Mi sorrise e capì subito che poteva fare a meno di utilizzare quella macchinetta per soddisfare le sue voglie, con ghigno beffardo mi rispose : “Vedo che sono in buona compagnia, che ne dici se comincio il mio lavoro da quel tuo bellissimo pene?”, non feci in tempo a rispondere che subito, come una ventosa, il mio bellissimo collega si attaccò al mio pene. Lo ciucciava come non mai, era preso dalla foga di quel momento mentre con la macchinetta si masturbava quel suo bel cazzone. Lo staccai, la sua capacità di creare il sottovuoto era a rischio di brevetto, avrebbe fatto infatti impallidire le macchine per il sottovuoto più in là, si stava infatti godendo il mio pre-cum come non mai, ma io ero desideroso di venire con lui dentro di me, se ci sapeva fare con la bocca di sicuro sarebbe stato capace di farmi godere anche dalla prostata.

Lo staccai da me e gli dissi: “Adesso bel maschione mi entri nel culo, ho bisogno di avere il tuo seme dentro di me”, le mie azioni seguenti furono: poggiarmi al muro, allargarmi le natiche ed inclinarmi leggermente avanti, ero proprio una vera troia desiderosa di quel maschio. Iniziò a leccarmi il mio buchino, prima con movimenti semplici e attenti a circumnavigare il perimetro del mio ano, per poi affondare come una punta di lama al centro del mio piacere sessuale. Dopo pochi minuti ero ben inumidito e pronto per ricevere quel bellissimo dono dentro di me. Assestò un primo bel colpo, giusto per far capire chi comandava la cavalcata della renna, ed il mio naso da renna Rudolph , come il resto del mio corpo si accese.

Le ondate erano esplorative, voleva far abituare il mio retto a quelle dimensioni e, con moto sempre più andante, cominciammo a prendere ritmo. Adoravo sentire la sua pancetta vibrare e sbattere leggermente contro il mio culo, mi regalava sensazioni meravigliose, ed io non potevo che godere e masturbarmi, mi chiedevo intanto se quel tizio dal dildo trash lo avesse mai comperato avendo avuto a disposizione il pene di Gialuca. Meno male che è tutto per me e  che sempre più sentivo pulsare quella bestia feroce, stava quasi per venire, “Embè, lo vuoi un regalo di Natale? Eccolo che arriva!”. Non fece in tempo a finire quella frase che mi inondò di fiotti di seme caldo, godevo come un porco nel sentire questo seme nelle viscere, tanto che senza toccarmi, venni anche io. Rimasti abbracciati per un po’, ci staccammo contenti del fatto di avere impiegato proficuamente del tempo, ci baciammo appassionatamente giusto per comunicare il nostro apprezzamento vicendevole di quella esperienza promettendoci di ripeterla. Riversiti, tornammo alle nostre mansioni. E mentre riprendevo il dildo trash da impacchettare pensai: << È proprio grazie al dildo che ho fatto questa magnifica esperienza, chissà come saranno le altre…>>.


Un racconto di Michele

Se aveste dei suggerimenti o dei feedback da dovermi inviare potete contattarmi a questa mail: mikechillout@gmail.com

Spero che il racconto bear vi sia piaciuto e mi raccomando: usate sempre il preservativo

Orsi Italiani - Pillole di Woof
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La redazione di Orsi Italiani è formata da amanti del genere bear, a cui piace raccontare il mondo gay degli orsi italiani.

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