Memorie di un professore

Era una domenica piovosa e annuvolata, il mio sguardo perso fra i rivoli di acqua che percorrevano il vetro della finestra contribuiva a farmi perdere ancora di più nei miei pensieri. Osservavo il paesaggio delle case anch’esse colpite dai classici acquazzoni giapponesi, e non potevo non notare come il clima cambi completamente la percezione del paesaggio.

Mi sono trasferito da poco a Miyoshi City, lavoro per conto dell’università e per le mie ricerche antropologiche (studiare la cultura giapponese mi ha sempre affascinato prediligendo pero i piccoli centri, osservare le influenze americane che i giapponesi hanno avuto nella loro cultura risulta affascinante ai miei occhi di ricercatore). Non solo gli aspetti culturali affascinano i miei occhi ma anche una certa categoria di uomini… ebbene sì, mi avete scoperto: ho un debole per gli orsi.Decisi di distogliermi da quei pensieri profondi andando nell’Onsen lì vicina, avevo bisogno di rilassarmi, quindi mi recai alla fonte dei vapori sulfurei della cittadella sotto esame. Arrivai alla meta e mi recai alla reception per prenotare il bagno, completai quindi le procedure di circostanza e mi fu offerto gentilmente uno yukata (il vestito per il bagno) e i geta (i sandali) per poter circolare liberamente all’interno della struttura. Andai quindi nei bagni maschili per poter lavarmi prima di fare il bagno, attraversai la tenda-porta e tutto ad un tratto trovai davanti a me un meraviglioso orsetto giapponese. Sulla quarantina, capelli neri corti con qualche pelo bianco che iniziava a spuntare qui e la, viso leggermente paffuto con dei solchi dati dall’età che sottolineavano meravigliosamente la barba leggermente lunga, mentre due occhi orientali racchiudevano due perle marroni intente a osservare l’armadietto dove accuratamente stava riponendo la sua giacca e camicia. Il Salary man ursino possedeva inoltre un corpo niente male, braccia muscolose, due pettorali belli prominenti e una pancetta soda sostenuta da un pacco niente male assieme a due importanti gambe muscolose. Rimasi incantato a quella vista, avevo finalmente trovato il mio tipo di uomo preferito, con quelle particolarità orientali affascinanti. Mi diede una rapida occhiata anche lui (probabilmente lo stavo osservando per troppo tempo) ma mi rivolse un leggero sorriso di chi, nella vita, era molto furbo.

Il sexy orsetto si avvio nelle postazioni per potersi lavare, mi sbrigai quindi a cambiarmi, volevo continuarlo a vedere all’opera nella cura del suo possente corpo, sperando di poter osservare il prezioso arnese maschile che possedeva. Riposto tutto, andai di corsa alla mia postazione tattica per osservare quell’uomo, cominciai a bagnarmi e a insaponarmi immaginando che fossero le mani del salary man a ricoprirmi di schiuma.

A quei miei pensieri erotici comincio a far capolino il mio pisello, che stava avendo un’erezione in risposta alle mie fantasie. Cominciai quindi sommessamente a masturbarmi tentando di non farmi notare troppo da lui (anche perché di per certo, non sapevo se appartenesse alla mia stessa parrocchia). Continuai a insaponare per bene su e giù il mio pistolone quando a un tratto il bel giapponese venne verso di me e mi dette un bacio in bocca. Mai mi sarei aspettato quella piacevolissima azione da parte sua, le nostre lingue stavano danzando come non mai nelle nostre bocche abbandonandoci in quel momento puramente alle nostre sensazioni. Ci staccammo e a un tratto mi disse con un inglese maccheronico: “You are so beautiful, what’s your name?” (Sei bellissimo, qual è il tuo nome?), ancora stordito dal bacio gli dissi: “My name is Giovanni” (il mio nome è Giovanni). Mi guardo con sguardo curioso e disse: “Aaah itariano, can you follow me to the pool Giovanni-san?” (puoi seguirmi nella piscina?), senza farmelo ripetere due volte ribattei “yes!” con grande entusiasmo. Mi diede la mano, e lo seguii nella zona della piscina termale riparata dal tetto, una vasca tipica giapponese pronta ad accogliere i nostri corpi (solo che io in più avrei accolto una parte speciale di quel giapponese) ci attendeva.Lui si sedette sul bordo della piscina immergendo parzialmente le gambe nell’acqua termale, io invece mi tuffai in acqua per osservare come vogliosamente apriva le gambe per mostrare a me il suo bellissimo genitale. Una mazza orientale che stava già indurendosi al leggero contatto delle mie labbra con le palle gonfie dell’orsetto. Leccai per bene quelle due colline del seme ma non ci indugiai troppo per concedere le mie attenzioni anche all’asta del piacere. Iniziai la mia meravigliosa opera inghiottendo tutto d’un colpo la canna di bambù ursina che, abbastanza copiosamente, stava cominciando a secernere precum. Sentivo già il dolce sapore del suo miele, continuavo a stuzzicare piacevolmente quel bellissimo uomo. Avvicinava sempre di più il bacino a me in risposta alle mie attenzioni, buttando la testa all’indietro in preda a spasmi di piacere, dando il ritmo alla mia con la sua mano.

 

Mi stava scopando la gola per bene, godevo anch’io nell’avere quella magnificenza in bocca, era una nuova e meravigliosa esperienza voyeuristica che stavo compiendo. Con l’asta pulsante al punto giusto il giapponese mi disse di staccarsi, si chino e si protese verso il mio orecchio dicendomi: “I want to be inside you Giovanni-san” (voglio entrare dentro di te Giovanni).

Mi illuminai e da li lui capii che l’idea per me era fantastica. Il bel giapponese entro quindi in acqua, si avvicino verso di me e comincio ad abbracciarmi e a stringersi verso di me. Intanto io sentivo la sua canna di bambù pulsare vicino al mio corpo voglioso di esplorarmi. Dopo qualche bacio passionale decise di girarmi per avere il mio culo tutto per se, oramai non c’era neanche bisogno di leccarlo, l’acqua rilassante e l’eccitazione per quell’uomo oramai mi avevano

aperto il mio buchino come non mai, non ci fu quindi fatica nella penetrazione. Era un’immagine fantastica, tutte e due nudi a bordo piscina e immersi ne piacere (e non solo in esso). All’inizio ruoto il bacino per esplorare con il suo arnese la mia caverna e comincio con le prime spinte. L’acqua ondeggiava con lui, da piano piano con piccole ondine a sempre più veloce e frenetico. Insieme io e lui stavamo producendo uno tsunami termale, il piacere si stava facendo strada dentro di noi come mai mi era capitato fino ad ora. Ogni colpo era un gradino verso la scalinata dell’orgasmo, sentivo il suo fiato ansimare sul collo: Stava per venire.

Sentii pulsare quel meraviglioso strumento, ed io illibato dal galleggiamento e dal sesso venni con un trasporto orgastico mai provato fino ad ora. Ero bagnato internamente con il suo seme, e con lui che ancora dentro di me mi abbracciava teneramente ansimando e dandomi baci sul collo. Usci da me e con un fare molto dolce, ci appoggiammo a bordo piscina in un tenero abbraccio. Poggiai la mia testa sulla sua spalla mentre lui mi cingeva a se piacevolmente esausto mentre contemplavamo la pioggia scendere copiosa.

Un racconto di Michele

Se aveste dei suggerimenti e consigli su come migliorare potete contattarmi a questo indirizzo:

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Ah mi raccomando: usate sempre il preservativo.

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La redazione di Orsi Italiani è formata da amanti del genere bear, a cui piace raccontare il mondo gay degli orsi italiani.

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